1988
Sotto la neve Pane
Il progresso che avanza a ritmo sempre più vertiginoso ci porta a considerare lontane anche cose che hanno pochi decenni come il tempo in cui, nella nostra zona, l'economia era di stampo prettamente agricolo. Siccome allora non esistevano i moderni mezzi di comunicazione e molti dei nostri nonni erano addirittura analfabeti, le tradizioni e la "saggezza" proprie di quel tipo di civiltà si sono tramandate attraverso brevi massime o detti che ancora oggi fotografano certe verità senza bisogno di lunghi discorsi o di spiegazioni scientifiche.
Con l'arrivo dell'estate, vedendo mietere il grano, viene spontaneo ricordare quando si diceva, vedendo cadere la neve : "SOTTO LA NEVE PANE; SOTTO LA PIOGGIA FAME" ed è appunto su questo che ci siamo basati per la sfilata di quest'anno.
L'uomo è un inaugurabile ottimista e guai se non fosse così; per questo nel titolo abbiamo preferito evitare l'accenno alla fame, ma non è possibile pensare a quello che possono aver provato i nostri nonni quando una stagione bizzarra rischiava di rovinare il raccolto che allora rappresentava davvero una delle poche fonti di reddito della famiglia.
In otto parole quindi è sintetizzata l'essenza di un mondo impotente dinnanzi alla natura, angosciato dalle incerte prospettive del domani, ma capace di assaporare la gioia dei momenti in cui finalmente si raccoglie il frutto del lavoro e fiero di mostrarne al prossimo il risultato. Spiegare questo con dei carri non è facile, ma speriamo che ci siano muse ispiratrici la consapevolezza e l'orgoglio delle nostre origini.
Con l'arrivo dell'estate, vedendo mietere il grano, viene spontaneo ricordare quando si diceva, vedendo cadere la neve : "SOTTO LA NEVE PANE; SOTTO LA PIOGGIA FAME" ed è appunto su questo che ci siamo basati per la sfilata di quest'anno.
L'uomo è un inaugurabile ottimista e guai se non fosse così; per questo nel titolo abbiamo preferito evitare l'accenno alla fame, ma non è possibile pensare a quello che possono aver provato i nostri nonni quando una stagione bizzarra rischiava di rovinare il raccolto che allora rappresentava davvero una delle poche fonti di reddito della famiglia.
In otto parole quindi è sintetizzata l'essenza di un mondo impotente dinnanzi alla natura, angosciato dalle incerte prospettive del domani, ma capace di assaporare la gioia dei momenti in cui finalmente si raccoglie il frutto del lavoro e fiero di mostrarne al prossimo il risultato. Spiegare questo con dei carri non è facile, ma speriamo che ci siano muse ispiratrici la consapevolezza e l'orgoglio delle nostre origini.