1998
Mille arti... Una notte
"L'arte, opera di mortali, essa medesima mortale, ha realizzato certi giuochi, che, bel lontani dal possedere in sé la verità, sono piuttosto immagini, che hanno solo affinità con le arti stesse, quali appunto le immagini dovute alla pittura, alla musica, alle altri arti che ruotano intorno a queste; se vi son arti i cui frutti hanno qualche valore, tali sono quelle che aggiungono la propria forza a quella della natura....." (Platone)
Forse non è noto, o forse si, che Carmignano, nel corso dei secoli, è stato un importante centro artistico e culturale.
Qui, in determinati periodi di una lunga storia, si sono alternati grandi personaggi, ognuno dei quali abile testimone di diverse forme artistiche.
In questa terra, dove verdi colline si intersecano armoniosamente tra di loro e dove la tradizione popolare ha ancora profonde radici, hanno dimorato artisti che della loro arte hanno fatto ragione di vita. Alcuni di loro sono certamente più noti, altri un po' meno conosciuti, ma non per questo meno importanti perché gli uni uniti agli altri hanno accompagnato e caratterizzato il nostro tempo, la nostra storia.
La meraviglia di tutto ciò è che ancora oggi vivono a Carmignano alcuni artisti che continuano a diffondere abilmente le loro opere divenute oramai sinonimo di una radicata e solida tradizione artistico-culturale.
Stasera noi vogliamo rendere un semplice e doveroso omaggio a coloro che tanta fama a questa terra hanno voluto donare, ".....Una terra che nulla promise e nulla chiedea, ma che fu scelta come eterna Dea.....".
Vi proponiamo così un breve e simbolico viaggio a ritroso nel tempo e vi faremo accompagnare da colui che è considerato l'opera d'arte naturale per eccellenza di Carmignano: IL MONTALBANO.
Comprendiamo benissimo che per molti di voi la nostra scelta risulterà alquanto bizzarra, ma noi che, carmignanesi lo siamo da sempre, pensiamo al Montalbano come una figura amica che, fin dai primi giorni della nostra infanzia, rappresenta una costante, una forza rassicurante.
Chi meglio di lui potrebbe raccontarvi di loro? Chi se non questo monte che nel tempo ha visto vagare fra i suoi folti anfratti grandi personaggi in cerca di quella particolare ispirazione a prologo di altrettante testimonianze artistiche divenute, ora, inossidabile vanto del nostro paese.
Ancora oggi esistono, lungo i pendii scoscesi del Montalbano, suggestivi angoli naturali che hanno accolto, nelle loro soste creative, ogni sorta di artista.
Tuttora, e non è un caso, quei luoghi sono gelosamente curati da mani ignote e lassù, nell'assoluto silenzio, è ancora possibile riassaporare quell'atmosfera tanto particolare quanto emozionante del tempo che fu.
La sfilata si apre con la figura dell'arte che porta sul suo costume condensati gli elementi primari delle varie forme artistiche con un rilievo particolare per quell'anonimo pennello che riprodusse il Campano emblema del nostro Rione e del nostro territorio.
La nostra storia inizia col finire di una tranquilla giornata d'estate in cui il sole intrecciato il suo consueto gioco con le nuvole, si prepara al tramonto per lasciare il posto alla luna.
"Vivo nel sole e nella luna
infinito il mio tempo
eterna la mia gloria,
immortale il mio respiro.
Io sono la parola
io sono l'ingegno
io sono l'armonia
io sono la fantasia
io sono la natura
io sono.....l'Arte".
Il primo carro raffigura il Montalbano, su di esso troneggia un albero secolare. Il respiro del vento si fa più affannato, una scarica di elettricità, percorrendo il silenzio, sconvolge l'innata serenità della notte che, d'improvviso viene avvolta da un bagliore innaturale: IL FUOCO!
Anche il Montalbano, come ogni essere vivente, nel momento in cui avverte l'avvicinarsi della sua inesorabile fine, ricorda nel breve spazio di un istante le mille arti che lo hanno reso immortale.
La figura che segue è il simbolo del tempo. Attorno ad essa danzano gli elementi che rappresentano i ricordi. Ed ecco, in un attimo riaffiorano nella memoria del Montalbano i ricordi degli artisti che, nei secoli, lo hanno fastosamente celebrato ed osannato.
Fra questi affiorani i dipinti di Carlo Mercatanti, una delle sue ultime opere:"Ricamando il corredo " e due Madonne riprese da due dei famosi dipinti su tegola di Jolanda Montagni.; le bronzee statue di Quinto Martini inconfondibile scultore carmignanesi. E ancora due illustri rappresentanti della letteratura moderna: Florio Londi poeta e scrittore, che cinge fra le mani una delle sue ultime raccolte di poesie: "L'età che non ebbi l'età che non amai" scritta proprio sul Montalbano che ne fu musa ispiratrice; ed Augusto Novelli che sorregge con fierezza una delle sue commedie più famose "La Cupola" scritta durante un soggiorno estivo tra le vecchie mura dell'antica Rocca di Carmignano, suggestiva finestra spalancata su Firenze.
"Lungo è il tempo dell'arte
breve il mio
volta il cavallo
è l'ora della luce
se torni domani
questo galestro non sarà più mio
basta una tinta sola
restare in bilico è l'atto incosciente
del giorno che non avevi perduto"
Florio Londi
Il fuoco sta prendendo il sopravvento, il rumore delle fiamme sta diventando sempre più assordante, i ricordi si susseguono ancora più velocemente a ritroso nel tempo.
Appaiono ora, sotto forma di figure dai contorni indefiniti gli artisti di un passato più remoto che a Carmignano hanno donato e ricevuto fama tanto che oggi ad essi sono state dedicate la maggior parte delle vie del nostro comune:
Antonio Ricci: storico ed autore di "Memorie storiche del castello e comune di Carmignano"
Gesuè Agati: che costruì nel 1818, l'antico organo della chiesa di S. Michele Arcangelo a Carmignano, ora riportato agli antichi fasti.
Cosimo III Granduca di Toscana: promulgatore del bando a tutela del prodotto locale
Francesco Redi: autore del famoso Ditirambo datato 1673
"Ma di quel che sì puretto
si vendemmia in Artimino
Vò trincarne più di un tino.
Ma se giara prendo in mano
Di brillante Carmignano
Così grato in sen mi piove
Che ambrosia e nettar non invidio a Giove"
Francesco Redi
Forse non è noto, o forse si, che Carmignano, nel corso dei secoli, è stato un importante centro artistico e culturale.
Qui, in determinati periodi di una lunga storia, si sono alternati grandi personaggi, ognuno dei quali abile testimone di diverse forme artistiche.
In questa terra, dove verdi colline si intersecano armoniosamente tra di loro e dove la tradizione popolare ha ancora profonde radici, hanno dimorato artisti che della loro arte hanno fatto ragione di vita. Alcuni di loro sono certamente più noti, altri un po' meno conosciuti, ma non per questo meno importanti perché gli uni uniti agli altri hanno accompagnato e caratterizzato il nostro tempo, la nostra storia.
La meraviglia di tutto ciò è che ancora oggi vivono a Carmignano alcuni artisti che continuano a diffondere abilmente le loro opere divenute oramai sinonimo di una radicata e solida tradizione artistico-culturale.
Stasera noi vogliamo rendere un semplice e doveroso omaggio a coloro che tanta fama a questa terra hanno voluto donare, ".....Una terra che nulla promise e nulla chiedea, ma che fu scelta come eterna Dea.....".
Vi proponiamo così un breve e simbolico viaggio a ritroso nel tempo e vi faremo accompagnare da colui che è considerato l'opera d'arte naturale per eccellenza di Carmignano: IL MONTALBANO.
Comprendiamo benissimo che per molti di voi la nostra scelta risulterà alquanto bizzarra, ma noi che, carmignanesi lo siamo da sempre, pensiamo al Montalbano come una figura amica che, fin dai primi giorni della nostra infanzia, rappresenta una costante, una forza rassicurante.
Chi meglio di lui potrebbe raccontarvi di loro? Chi se non questo monte che nel tempo ha visto vagare fra i suoi folti anfratti grandi personaggi in cerca di quella particolare ispirazione a prologo di altrettante testimonianze artistiche divenute, ora, inossidabile vanto del nostro paese.
Ancora oggi esistono, lungo i pendii scoscesi del Montalbano, suggestivi angoli naturali che hanno accolto, nelle loro soste creative, ogni sorta di artista.
Tuttora, e non è un caso, quei luoghi sono gelosamente curati da mani ignote e lassù, nell'assoluto silenzio, è ancora possibile riassaporare quell'atmosfera tanto particolare quanto emozionante del tempo che fu.
La sfilata si apre con la figura dell'arte che porta sul suo costume condensati gli elementi primari delle varie forme artistiche con un rilievo particolare per quell'anonimo pennello che riprodusse il Campano emblema del nostro Rione e del nostro territorio.
La nostra storia inizia col finire di una tranquilla giornata d'estate in cui il sole intrecciato il suo consueto gioco con le nuvole, si prepara al tramonto per lasciare il posto alla luna.
"Vivo nel sole e nella luna
infinito il mio tempo
eterna la mia gloria,
immortale il mio respiro.
Io sono la parola
io sono l'ingegno
io sono l'armonia
io sono la fantasia
io sono la natura
io sono.....l'Arte".
Il primo carro raffigura il Montalbano, su di esso troneggia un albero secolare. Il respiro del vento si fa più affannato, una scarica di elettricità, percorrendo il silenzio, sconvolge l'innata serenità della notte che, d'improvviso viene avvolta da un bagliore innaturale: IL FUOCO!
Anche il Montalbano, come ogni essere vivente, nel momento in cui avverte l'avvicinarsi della sua inesorabile fine, ricorda nel breve spazio di un istante le mille arti che lo hanno reso immortale.
La figura che segue è il simbolo del tempo. Attorno ad essa danzano gli elementi che rappresentano i ricordi. Ed ecco, in un attimo riaffiorano nella memoria del Montalbano i ricordi degli artisti che, nei secoli, lo hanno fastosamente celebrato ed osannato.
Fra questi affiorani i dipinti di Carlo Mercatanti, una delle sue ultime opere:"Ricamando il corredo " e due Madonne riprese da due dei famosi dipinti su tegola di Jolanda Montagni.; le bronzee statue di Quinto Martini inconfondibile scultore carmignanesi. E ancora due illustri rappresentanti della letteratura moderna: Florio Londi poeta e scrittore, che cinge fra le mani una delle sue ultime raccolte di poesie: "L'età che non ebbi l'età che non amai" scritta proprio sul Montalbano che ne fu musa ispiratrice; ed Augusto Novelli che sorregge con fierezza una delle sue commedie più famose "La Cupola" scritta durante un soggiorno estivo tra le vecchie mura dell'antica Rocca di Carmignano, suggestiva finestra spalancata su Firenze.
"Lungo è il tempo dell'arte
breve il mio
volta il cavallo
è l'ora della luce
se torni domani
questo galestro non sarà più mio
basta una tinta sola
restare in bilico è l'atto incosciente
del giorno che non avevi perduto"
Florio Londi
Il fuoco sta prendendo il sopravvento, il rumore delle fiamme sta diventando sempre più assordante, i ricordi si susseguono ancora più velocemente a ritroso nel tempo.
Appaiono ora, sotto forma di figure dai contorni indefiniti gli artisti di un passato più remoto che a Carmignano hanno donato e ricevuto fama tanto che oggi ad essi sono state dedicate la maggior parte delle vie del nostro comune:
Antonio Ricci: storico ed autore di "Memorie storiche del castello e comune di Carmignano"
Gesuè Agati: che costruì nel 1818, l'antico organo della chiesa di S. Michele Arcangelo a Carmignano, ora riportato agli antichi fasti.
Cosimo III Granduca di Toscana: promulgatore del bando a tutela del prodotto locale
Francesco Redi: autore del famoso Ditirambo datato 1673
"Ma di quel che sì puretto
si vendemmia in Artimino
Vò trincarne più di un tino.
Ma se giara prendo in mano
Di brillante Carmignano
Così grato in sen mi piove
Che ambrosia e nettar non invidio a Giove"
Francesco Redi
Segue poi un omaggio ad un grande genio della nostra terra:Leonardo Da Vinci che ha disegnato la prima cartina del nostro territorio.
Sul retro la riproduzione di una parte del laboratorio di un altro grande artista: Jacopo Carrucci detto il Pontormo che a Carmignano ha donato uno dei suoi più rappresentativi capolavori: "La Visitazione". Dietro ancora altri personaggi ai quali Carmignano dette i natali, personaggi che hanno caratterizzato il nostro tempo, la nostra storia. Antonio Tempesti: soprannominato il Tempesta fu pregevole pittore ed incisore Ser Lapo Mazzei: notaio, scrittore, storico spinse Francesco Datini a fondare il "Ceppo". Le sue "Lettere" costituiscono un vivo documento dei costumi del suo tempo. Fra Francesco da Carmignano: domenicano, fu uno dei valenti maestri muratori che dettero vita nel secolo XIV, alle opere più notevoli dell'architettura fiorentina. Lavorò con Jacopo Talenti alla costruzione della chiesa di S.Maria Novella a Firenze. Messer Mosciatto Franzesi: signore di Camignano nella metà del XIII secolo, donò a Carmignano lo stemma del "Leone Saliente" che ancora oggi è il simbolo del comune di Carmignano. Giovanni Parenti: "primo successore" di S.Francesco nel Capitolo di Assisi nel 1227, fu soprannominato "Il pugilatore fiorentino" per i suoi modi franchi e risoluti. |
Qualcosa di strano sta per accadere; improvvisamente il cielo stellato di quella sera viene violentato da un nuovo bagliore. Un fulmine attraversa con veemenza la notte e, subito dopo, un roboante tuono annuncia l'arrivo della pioggia.
Ancora oggi nessuno di noi è in grado di spiegare quell'inconsueto fenomeno. A noi piace pensare che in quella notte maledetta, una mano scesa dall'Olimpo dell'Arte sia venuta in aiuto del Montalbano, una mano che si è protesa per salvare quella terra che ancora oggi è considerata l'opera d'arte naturale per eccellenza di Carmignano. L'acqua ha ormai avuto il sopravvento sul fuoco. Il Montalbano è reso ai nostri occhi totalmente indifeso ed inerme, presentando uno scenario tanto triste quanto amaro, però è ancora lì, pronto ad affrontare vita nuova, a sorreggere nuovi eroi, ad ispirare arti nuove, a donare vita......ancora........
La luna, ormai stanca, si accinge a lasciare il posto al nuovo sole.
Dietro, a chiudere la sfilata l'Arte, nuova, rinata pronta a sostenere ancora i nuovi artisti che nasceranno a Carmignano.
"L'Arte rappresenta per noi la più alta perfezione umana.
La natura e cioè quanto di esse vede un occhio immortale,
somiglia ai responsi frammentari che, come da uno oracolo, sono usciti da una bocca divina.
E, se non fosse temerario, si potrebbe dire, forse, che occhi divini guardano alla natura o all'intero mondo in maniera uguale a quella con cui noi guardiamo un'opera d'arte:
Si può dire infatti che l'Arte è il fiore del sentimento umano."
Ancora oggi nessuno di noi è in grado di spiegare quell'inconsueto fenomeno. A noi piace pensare che in quella notte maledetta, una mano scesa dall'Olimpo dell'Arte sia venuta in aiuto del Montalbano, una mano che si è protesa per salvare quella terra che ancora oggi è considerata l'opera d'arte naturale per eccellenza di Carmignano. L'acqua ha ormai avuto il sopravvento sul fuoco. Il Montalbano è reso ai nostri occhi totalmente indifeso ed inerme, presentando uno scenario tanto triste quanto amaro, però è ancora lì, pronto ad affrontare vita nuova, a sorreggere nuovi eroi, ad ispirare arti nuove, a donare vita......ancora........
La luna, ormai stanca, si accinge a lasciare il posto al nuovo sole.
Dietro, a chiudere la sfilata l'Arte, nuova, rinata pronta a sostenere ancora i nuovi artisti che nasceranno a Carmignano.
"L'Arte rappresenta per noi la più alta perfezione umana.
La natura e cioè quanto di esse vede un occhio immortale,
somiglia ai responsi frammentari che, come da uno oracolo, sono usciti da una bocca divina.
E, se non fosse temerario, si potrebbe dire, forse, che occhi divini guardano alla natura o all'intero mondo in maniera uguale a quella con cui noi guardiamo un'opera d'arte:
Si può dire infatti che l'Arte è il fiore del sentimento umano."