2000
Così è
Esiste un frazione di attimo in cui la particolare alienazione di un momento genera una prorompente liberazione tramite la quale angustie, paure e conflitti tendono a strutturarsi fino ad uscire dall'ambito dell'irrilevante, transitando attraverso il singolo individuo e gonfiandosi di consistenza.
Si scopre così l'appartenenza ad uno spazio più ampio, si sfugge alla forza di gravità del personale, costruendo, nell'immaginario collettivo, una rappresentazione che le trascende.
Ed ecco, dunque, implicito, il riferimento ad istituzioni, a costumi, a forme di oppressione o di conflitto, alla saggezza o alla follia dell'istante, ad evidenze o ad ignoranze, a modi particolari di ragionare che, nella nostra tradizione, so sono largamente divulgati. A trasparenze, a timori, ad abitudine alla sensibilità ed all'immaginazione per raggiungere la percezione di invisibili sfumature del particolare che trasportano verso costumi nuovi e nuovi valori, rinnovate passioni ed impalpabili fantasie, ormai sostanze coagulatesi alla tradizione.
Insomma, tutto un "gioco" vorticoso che, inconsapevolmente, come carmignanesi, ci coinvolge e ci accomuna.
Quest'anno abbiamo voluto realizzare una sfilata un po' diversa dalle altre. In poche parole volevamo far vedere alla piazza quello che ogni rionale pensa, sente e s'immagina alla vigilia della notte più lunga dell'anno, quella del S.Michele.
Siamo partiti appunto con la notte rappresentata da scure figure che fanno presagire a chissà quali pensieri. Da esse si staccavano alcune ballerine che andavano a riempire la piazza con un caratteristico balletto.
Si scopre così l'appartenenza ad uno spazio più ampio, si sfugge alla forza di gravità del personale, costruendo, nell'immaginario collettivo, una rappresentazione che le trascende.
Ed ecco, dunque, implicito, il riferimento ad istituzioni, a costumi, a forme di oppressione o di conflitto, alla saggezza o alla follia dell'istante, ad evidenze o ad ignoranze, a modi particolari di ragionare che, nella nostra tradizione, so sono largamente divulgati. A trasparenze, a timori, ad abitudine alla sensibilità ed all'immaginazione per raggiungere la percezione di invisibili sfumature del particolare che trasportano verso costumi nuovi e nuovi valori, rinnovate passioni ed impalpabili fantasie, ormai sostanze coagulatesi alla tradizione.
Insomma, tutto un "gioco" vorticoso che, inconsapevolmente, come carmignanesi, ci coinvolge e ci accomuna.
Quest'anno abbiamo voluto realizzare una sfilata un po' diversa dalle altre. In poche parole volevamo far vedere alla piazza quello che ogni rionale pensa, sente e s'immagina alla vigilia della notte più lunga dell'anno, quella del S.Michele.
Siamo partiti appunto con la notte rappresentata da scure figure che fanno presagire a chissà quali pensieri. Da esse si staccavano alcune ballerine che andavano a riempire la piazza con un caratteristico balletto.
Ed eccoli i veri pensieri, sono riportati in questo carro: la tensione, la paura, le angosce prendono il sopravvento e come si può vedere il carro porta con se oscure ombre ingabbiate in delle gabbie rotanti....chissà cosa avrnno in serbo gli altri Rioni!
Ed eccolo il primo, è quello dell'Arcangelo, il Rione Celeste. Si manifesta con voce suadente, accattivante ed ipnotica: in un istante tutta la sua trasgressione e sensualità si manifesta in tutto il suo vigore. Così ce lo siamo voluti immaginare: con queste 12 ragazze vestite con gonne cortissime e scollature da mozzafiato.
La loro caratteristica del Rione è proprio questa quella di avere la capacità e la voglia di stupire. Il carro che segue è il timore di oggi; sui due semiarchi anteriori si ergono infatti le due figure protagoniste della loro sfilata di quest'anno. Un Dio ed una fanciulla sostenuti nel loro fantastico incontro da un'altra figura allegorica: la natura della nostra terra. Nella parte posteriore invece si ergono dieci figure che attraverso dei tubi luminosi cambiano radicalmente l'aspetto del carro stesso senza perdere però il significato di Vigore e Fermezza. |
Dietro questo carro persone appartenenti a varie generazioni ruotano in un enorme "giostra". E'il gioco di squadra del Celeste che ogni anno lo caratterizza, preciso e funzionale sistema di ruoli all'interno di una complessa organizzazione. A questo punto però il pensiero deve scacciar via queste paure, l'orgoglio deve prendere il sopravvento ed esaltare tutti quei piccoli e grandi difetti che li potrebbero caratterizzare.
Scacciato via dalla mente questo Rione ne subentra subito un altro però, altrettanto forte e deciso: è il Rione dell'Arte, il Rione Verde. Si manifesta con voce austera ed autoritaria accompagnato da figure che vogliono simboleggiare il processo di rinnovamento che quelli dell'Arte hanno da tempo intrapreso. Sono loro che lasciano intravedere, in alternanza, simboli ora appartenenti al passato, ora legati al presente. E' un imponente movimento di trasparenze che lascia in noi una nota scia di apprensione. |
Il carro dedicato a questo Rione è la rappresentazione, in forma scenografica, di un altra loro qualità, l'armonia. La voglia di modernizzarsi, contrassegnata dall'enorme punta in ferro, si contrasta con il classico, rappresentata dalle grandi colonne. E' questa la principale caratteristica dei Verdi: cercare in tutti i modi di ottenere questo passaggio.
Il pensiero quindi si concentra su questa caratteristica: saranno riusciti quest'anno ad ottenere quello che volevano? No, non può essere, anche questo pensiero deve essere annientato con un repentino colpo di orgoglio, ancora più penetrante di quella celeste. Infine il pensiero passa inesorabilmente all'ultimo Rione rivale: il Rione del Leone, il Rione Giallo. Negli ultimi anni non ha fatto molta paura ma in quella notte, chissà per quale motivo, riesce a incutere timore lo stesso. E' un Rione estremamente giovane ed ancora oggi deve subire l'onta oppressiva di una rete che ha involontariamente ereditato e che non gli consente una consona espressione. Il balletto che segue infatti s'ispira proprio a questo. Il vuoto dell'incertezza crea sagome nere, informi, come quelle dell'inizio di questo tormentoso ritorno. All'improvviso l'immaginazione schiude queste ombre ed appaiono figure chiare, limpide, raggianti come il sole. Subito però tutto questo non incute forti preoccupazioni, il timore viene placato da quella lotta impari con l'indomabile rete; è ancora troppo forte, vincerà lei, o meglio, per nostra tranquillità, deve assolutamente essere più che resistente. |
La sfilata si sta per concludere ormai, non prima però di aver fatto esplodere in tutto il suo vigoroso bagliore l'orgoglio Bianco, la fierezza della Torre, la candida vanità del nostro Rione. I personaggi che ci introducono, come si vede dalla foto, rappresentano la vanità.
Sono figure appartenenti a due generazioni che nel tempo si sono tramandate questo vezzo.
Gli altri, "loro" lo additano spesso come un nostro grande difetto; noi, che di campanilismo e di rivalità "ce ne intendiamo", preferiamo considerarlo come una sana e funzionale virtù ricostituente. Su una cosa però siamo certi, l'energia che ci alimenta è generata dal valore di una tradizione che nel tempo si è costruita poco a poco e che è stata spietatamente tramandata fra generazioni. Ognuno di noi la custodisce da se e la trasmetterà con grande scrupolosità alle generazioni future. E' un naturale ed affiatato gioco di squadra di cui noi andiamo fieri e che ogni anno si rafforza sempre di più.
A seguire l'ultimo carro, è l'emblema di quell'energia che ci nutre. Figure bianche che a loro volta sono sorrette dalla forza, dall'esperienza dei rionali più anziani, i più esperti, i più saggi. Sono una sicurezza indispensabile, sono il fulcro della nostra apparente tranquillità.
Sono figure appartenenti a due generazioni che nel tempo si sono tramandate questo vezzo.
Gli altri, "loro" lo additano spesso come un nostro grande difetto; noi, che di campanilismo e di rivalità "ce ne intendiamo", preferiamo considerarlo come una sana e funzionale virtù ricostituente. Su una cosa però siamo certi, l'energia che ci alimenta è generata dal valore di una tradizione che nel tempo si è costruita poco a poco e che è stata spietatamente tramandata fra generazioni. Ognuno di noi la custodisce da se e la trasmetterà con grande scrupolosità alle generazioni future. E' un naturale ed affiatato gioco di squadra di cui noi andiamo fieri e che ogni anno si rafforza sempre di più.
A seguire l'ultimo carro, è l'emblema di quell'energia che ci nutre. Figure bianche che a loro volta sono sorrette dalla forza, dall'esperienza dei rionali più anziani, i più esperti, i più saggi. Sono una sicurezza indispensabile, sono il fulcro della nostra apparente tranquillità.
Il tragitto è terminato, ma l'atmosfera non consente di eliminare del tutto le nostre paure e angosce.
La figura finale ne è testimonianza, nel suo enorme e candido costume, simbolo del nostro ormai noto orgoglio, mantiene uno strascico, un alone di tre colori che, seppure lieve, accompagnerà ancora un altro ritorno.
La figura finale ne è testimonianza, nel suo enorme e candido costume, simbolo del nostro ormai noto orgoglio, mantiene uno strascico, un alone di tre colori che, seppure lieve, accompagnerà ancora un altro ritorno.