2003
Autoritratto scolpito nella pioggia
Quest'anno per l'edizione del S. Michele 2003 il lavoro e la fatica di noi rionali ha portato ad una sfilata dedicata ad un artista carmignanese: Quinto Martini.
Il tema della nostra sfilata ha trattato un particolare periodo della vita artistica di Martini, quello definito come il suo periodo "blu". Questo periodo è il più brutto, il più nero per l'artista, ma anche il più intenso di attività artistica.
Perché blu? Blu perché in quel momento Quinto Martini decide di abbandonare tutti gli altri colori e di disegnare solo in blu; in questo periodo disegna e scolpisce molti dei suoi "mendicanti", persone vestite poveramente e caratterizzate da un lungo cappottone con il colletto tirato su.
Il tema della nostra sfilata ha trattato un particolare periodo della vita artistica di Martini, quello definito come il suo periodo "blu". Questo periodo è il più brutto, il più nero per l'artista, ma anche il più intenso di attività artistica.
Perché blu? Blu perché in quel momento Quinto Martini decide di abbandonare tutti gli altri colori e di disegnare solo in blu; in questo periodo disegna e scolpisce molti dei suoi "mendicanti", persone vestite poveramente e caratterizzate da un lungo cappottone con il colletto tirato su.
La sfilata vede tre protagonisti: Quinto Martini vecchio che ci racconta la sua storia entrando in scena da una tribuna, come se fosse qui con noi; Quinto Martini più giovane, quello del periodo blu, che ci racconta il suo incontro con l'Arte, il terzo personaggio. Questi tre protagonisti in piazza sono contornati da due figure bianche che ballano: l'anima di Quinto Martini e l'anima dell'Arte.
"Da ragazzetto quando lavoravo nei campi con i miei, durante le ore di riposo, venivo assalito da un forte desiderio e sotto il sole d'estate, protetto dalle fronde degli alberi, incominciavo ad impastare mota ritraendo i corpi degli uomini che dormivano sdraiati per terra. Se potessi scrivere il diario della vita mia lo chiamerei Autoritratto, ed in un giorno di pioggia l'ho dipinto".
A queste figure seguono delle donne che portano alcune palle di gesso dalle quali Martini iniziava le bozze per le sue sculture e che lui maneggiava con la forza elegante propria dei contadini e degli scultori (cit. di Carlo Levi). Il suo stesso maestro Ardengo Soffici, che da giovane lo accolse nel suo studio di Poggio a Caiano, rimase affascinato dalle sue intuizioni e dalla capacità di intuire, quello che sarebbe emerso da ogni singola sfera di gesso "Venne nel mio studio giovanissimo, e già la sua capacità di vedere ed immaginare quello che può nascere dal suo scalpello è ammaliante. La sua capacità espressiva è al di sopra della normalità, ma questo lui non lo sa". Era certo: una fila di sfere di gesso nello scaffale del suo laboratorio era già da tempo nella mente di Quinto Martini una sequenza di sculture ben prefissate. "Ogni cosa ha un'anima e io riesco a vederla prima degli altri con occhi diversi...".
A queste figure seguono delle donne che portano alcune palle di gesso dalle quali Martini iniziava le bozze per le sue sculture e che lui maneggiava con la forza elegante propria dei contadini e degli scultori (cit. di Carlo Levi). Il suo stesso maestro Ardengo Soffici, che da giovane lo accolse nel suo studio di Poggio a Caiano, rimase affascinato dalle sue intuizioni e dalla capacità di intuire, quello che sarebbe emerso da ogni singola sfera di gesso "Venne nel mio studio giovanissimo, e già la sua capacità di vedere ed immaginare quello che può nascere dal suo scalpello è ammaliante. La sua capacità espressiva è al di sopra della normalità, ma questo lui non lo sa". Era certo: una fila di sfere di gesso nello scaffale del suo laboratorio era già da tempo nella mente di Quinto Martini una sequenza di sculture ben prefissate. "Ogni cosa ha un'anima e io riesco a vederla prima degli altri con occhi diversi...".
A queste segue il periodo blu, la voce del CD introduce quello che è questo periodo, mentre in piazza entrano delle ragazze con dei mantelli bianchi che poi si toglieranno tingendo la piazza di blu. Alcune ballano, altre hanno disegnato sulla schiena un particolare del quadro "Guernica" di Picasso; Martini conobbe molti grandi artisti grazie al suo maestro Ardengo Soffici, uno di questi fu proprio Picasso nel quale Martini cercò di trovare un linguaggio che gli permettesse insieme la critica all'ordine sociale e l'espressione delle proprie conflittualità interne.
Assieme a ciò non va dimenticato che la vita di Martini fu invasa da inquietanti fatti negativi che lo colpirono a più riprese: L'allontanamento forzato da casa, il carcere in cui fu costretto a soggiornare durante il regime fascista addirittura nella stessa cella in cui pochi anni prima era stato rinchiuso il fratello "...In questa cella tutto è vuoto ma una sola cosa mi è chiara la cella che mi è stata assegnata porta delle scritte sui muri. Tanti nomi affiorano ma quello che mi colpisce di più è quello di mio fratello...". Assieme a queste ragazze entra un carro bianco che vede al centro di esso, in alto, il Quinto giovane che ci racconta questo periodo così cupo e triste.
Dietro a loro entrano tre portantine che introducono tre persone fondamentali per Martini: il fratello, al quale l'artista è sempre stato molto legato e che è ispiratore della scultura del Nostro, infatti Quinto racconta al fratello, che si trova in carcere (da noi è stato rappresentato dietro alle sbarre della prigione), attraverso delle lettere come procedono le sue opere; il Padre, che per Quinto è la figura della sua famiglia anticlericale e comunista; la Madre, che invece è l'opposto del padre, lei è l'unica della famiglia che crede in Dio, che prega e che cerca di coinvolgerlo nella preghiera più volte ma lui ateo convinto sosteneva "...C'è Dio? Perchè saperlo? Meglio non avere questa certezza. E l'immortalità che cos'è?...". Sfilano simboleggiando i ricordi a cui Martini cerca disperatamente di rimanere attaccato ma il cerchio blu che intorno a lui si è formato, lo respinge simbolo di un allontanamento ormai quasi avvenuto. A questo si aggiungerà un altro avvenimento che scuoterà la vita di Martini: suo padre morirà.
Dietro a loro entrano tre portantine che introducono tre persone fondamentali per Martini: il fratello, al quale l'artista è sempre stato molto legato e che è ispiratore della scultura del Nostro, infatti Quinto racconta al fratello, che si trova in carcere (da noi è stato rappresentato dietro alle sbarre della prigione), attraverso delle lettere come procedono le sue opere; il Padre, che per Quinto è la figura della sua famiglia anticlericale e comunista; la Madre, che invece è l'opposto del padre, lei è l'unica della famiglia che crede in Dio, che prega e che cerca di coinvolgerlo nella preghiera più volte ma lui ateo convinto sosteneva "...C'è Dio? Perchè saperlo? Meglio non avere questa certezza. E l'immortalità che cos'è?...". Sfilano simboleggiando i ricordi a cui Martini cerca disperatamente di rimanere attaccato ma il cerchio blu che intorno a lui si è formato, lo respinge simbolo di un allontanamento ormai quasi avvenuto. A questo si aggiungerà un altro avvenimento che scuoterà la vita di Martini: suo padre morirà.
Quel periodo costellato da amarezze e delusioni, diventerà per Martini una sorta di scrigno dove ogni tanto l'artista estrapolerà un elemento, un ricordo, un pensiero da interpretare in scultura pittura o addirittura in versi. Nella pittura per esempio il soggetto più ricorrente sarà il mendicante: egli li rappresenterà in varie circostanze significato di dolore e repressione che la società di quel tempo stava attraversando. Il carro che segue è un omaggio a queste figure: un carro di stracci sul quale le persone presenti sono proprio quei mendicanti da lui disegnati in blu e scolpiti. "
Ed eccoli danzare in piazza. Su questo terzo carro è presente un altro elemento fondamentale per Martini: la pioggia. Questo segno compare anche nel nostro titolo, si perché Quinto Martini è nato in un giorno di pioggia e questo simbolo ritornerà anche quando verrà arrestato il fratello (come cita il suo romanzo auto biografico I giorni sono lunghi).
"Amo scrivere, amo mettere in versi la verità della mia gente. Adoro la loro forza ispiratrice, mi aggrada dipingerli con le mie rime... La mia poesia è popolare, semplice, universale..." . Ed ecco la scrittura rappresentate da otto maestose figure. Sui loro mantelli hanno riprodotto poesie del nostro artista, quelle pagine di diario su cui Martini ha impresso i suoi pensieri tradotti in versi.
"Amo scrivere, amo mettere in versi la verità della mia gente. Adoro la loro forza ispiratrice, mi aggrada dipingerli con le mie rime... La mia poesia è popolare, semplice, universale..." . Ed ecco la scrittura rappresentate da otto maestose figure. Sui loro mantelli hanno riprodotto poesie del nostro artista, quelle pagine di diario su cui Martini ha impresso i suoi pensieri tradotti in versi.
Segue il quarto carro si trova l'ultima parte della sua arte influenzata dal periodo blu: la scultura. "Fra tutte le opere dell'uomo la scultura è quella che ti da il senso più eterno. Non si tratta solo della materia ma di ciò che l'uomo ha saputo rappresentarci. Ciascuna mi parla con una sua voce, che poi è la mia voce del tempo di allora.". Sul carro è rappresento il parco-museo di Seano, un parco appunto dove vi sono alcune delle sculture di Martini e che è a lui dedicato. Un parco situato su verdi colline dove si trovano alcune sculture in bronzo dell'artista.
Nell'ultima parte della sfilata ritroviamo Quinto Martini e l'Arte coperta da un velo blu. Esso rappresenta un importante tassello della vita dell'artista che porterà per sempre con sè tornando a sedersi tra il pubblico. I ricordi della sua vita rimarranno per sempre nel cuore del popolo carmignanese, le sue opere non hanno mai dimenticato la sua terra, la sua gente e le sue origini."Penso che le opere d'arte dovrebbero restare dove nascono; la terra dove si hanno i natali si attacca ai piedi, e per tutto ciò è una grande fortuna che le mie opere siano a Carmignano, il paese dove io sono nato".
Grazie a tutti coloro che hanno dato un contributo alla realizzazione della sfilata.