2006
Tra mura di ferro... un'anima vola
PADRE MUSCIATTO: Ah, siete là. Entrate mia cara, devo darvi una notizia.
MADRE MUSCIATTO: La vostra voce vi terrorizza...
PADRE MUSCIATTO: Ho desiso: Musciatto abbandonerà la Francia.
MADRE MUSCIATTO: Dunque avete deciso...
PADRE MUSCIATTO: Non puo' rimanere qui e distruggere il buon nome del nostro casato
MADRE MUSCIATTO: Mio Signore, vi supplico!
PADRE MUSCIATTO: Fermatevi! E' deciso: domani mattina al soregere del sole, nostro figlio partirà per l'Italia.
MADRE MUSCIATTO: La vostra voce vi terrorizza...
PADRE MUSCIATTO: Ho desiso: Musciatto abbandonerà la Francia.
MADRE MUSCIATTO: Dunque avete deciso...
PADRE MUSCIATTO: Non puo' rimanere qui e distruggere il buon nome del nostro casato
MADRE MUSCIATTO: Mio Signore, vi supplico!
PADRE MUSCIATTO: Fermatevi! E' deciso: domani mattina al soregere del sole, nostro figlio partirà per l'Italia.
STORIA: Inizia così nella Francia del 1300, un importante capitolo della storia di Carmignano. Attendo un risveglio da anni, silenziosa osservo lo scorrere del tempo, i frammenti sparsi di un lontano passato, le ombre di oscuri presagi. Emergo dagli spazi infiniti abbandonati dalla vostra memoria. Chi sono? voi sapete bene chi io sia. io sono la vostra STORIA. Sono colei che porta il peso dei secoli eterni, sono la mano che ha dipinto questo arcobaleno di luce e colore. Dieci muse, custodi del fluido vitale accompagnano il mio canto. Ognuna di loro racchiude una particolare anima che in sè nasconde i segreti degli uomini. Il Tempo, con la sua grande clessidra, segna il lento incedere dei miei passi. Lui, che nel suo scorrere, si rivela ai vostri occhi come dolce melodia dell'umana quotidianità.
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STORIA: Stasera sono qui per raccontarvi un particolare capitolo della vostra vita, intinto di sbiadite sfumature, custodito da ombre che si dibattono nell'oscurità. Vi narrerò di un cavaliere la cui fama varcò le Alpi. Venendo qui per volontà del padre, si scontrò con la serenità dei crepuscoli e con la quiete di mirabili albe che solo questa terra poteva mostrare ai suoi occhi. Le sue gesta sono nascoste fra i solchi del vecchi castello, il suo nome, Musciatto Franzesi. Evoca dolore, sofferenza, povertà e battaglie forgiate dalle spade che accompagnarono il suo dominio. Potenti luci rievocano quel sogno lontano, coronato di gloria e di potere.
STORIA: E proprio così, avvolto dalle fiamme di un assedio, comincia il mio racconto. Tutto inizia in una limpida mattina del 1301 e dura il tempo di un lustro, un fugace lustro. |
STORIA: le ombre sui crinali dei colli svanirono ad un tratto e in un attimo gli imponenti bastioni furono circondati e assaliti da ogni parte, le grandi porte della fortezza si chiusero lasciando fuori il ruggito della guerra. L'esercito dei pistoiesi scivolò verso le mura come una grande macchia oscura, migliaia di uomini raggiunsero le loro postazioni di difesa situate tra le feritoie della grande Rocca, dove sventolava lo scacchiere rosseggiante.
L'esercito fiorentino intanto avanzava lentamente percorrendo le strette vie che conducevano al castello, trascinando con sé potenti macchine da guerra, da cui ingranaggi venivano perentoriamente lanciati pietre e dardi infuocati. In testa al nemico svettava Carlo de Valois, giunto in toscana dalla Francia come paciere delle numerose contese fiorentine. Di quella feroce battaglia, delle urla, dei corpi straziati abbandonati a terra ne ho ancora un fervido ricordo. Avvertivo, come in un canto di morte, spasimi di dolore di donne, uomini rinchiusi dentro le prigioni. Povere anime che si spengevano lentamente negli angusti sotterranei del castello. La forza della guerra aveva devastato ogni singolo volto, ogni singola speranza. I combattimenti durarono tutta la notte fino allo spuntare del sole, quando l'esercito fiorentino issò al cielo la sua bandiera e la paura ruppe gli argini dell'oscurità proiettandosi vorace su ogni essere umano.
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STORIA: In breve tempo egli però donò la Rocca e il castello di Carmignano ad un suo fiduciario, Messer Musciatto Franzesi, come ricompensa ai servigi ricevuti. Ccavaliere del Re di Francia, ricco mercante, erede del Castello di Staggia, figlio del prode Guido Alberto Franzesi, nonchè discendente della Contessa Ava di Siena. Musciatto, sempre fedele al re Filippo IV, che lo aveva armato cavaliere, lo aveva seguito nelle numerose campagne d'oltralpe, dalle terre delle lontane Fiandre fino alle dolci colline toscane. Approdò qui, seguendo le insegne d'oro gigliate del Delfino armato della sua fedele spada, e del suo scudo, sul quale campeggiava un leone rampante, "saliente" in campo azzurro, simbolo della forza. Al suo arrivo furono banditi grandi festeggiamenti. Tutto il popolo acclamava la sua venuta, in lui riponevano speranze in nuova vita.
MUSCIATTO: Ho desiderato tutta la vita l'approdo in una terra felice. Oggi i miei occhi si illuminano di un miraggio. Carmignano, il mio ambito orizzonte. Sarà qui, tra queste mura, che edificherò il mio governo.
STORIA: Appena fuori le mura del castello, a sud di Porta alla Pieve, c'era una piccola chiesetta, il suo profilo si avvolgeva nel mistero e al suo interno vi era conservato un antico dipinto raffigurante San Michele Arcangelo, che con la sua spada roteante sugli antichi spalti rappresentava il bellicoso e vittorioso popolo di Carmignano. A lui tutte le anime del borgo invocavano protezione e pace in eterno. Fu proprio in quella piccola chiesa, nel giorno di Ognissanti, nell'anno Domini MCCCI che Musciatto fu incoronato signore di Carmignano. Per sua volere, fu il Vescovo di Pistoia, Tommaso Andrei, a celebrare il rito della sua investitura. VOCE LATINA: in nomine Sanctae et Inviduae Trinitatis. Amen. Ego, Epischopus vestrum Tomasum Andreos Pistoriae, amore Cristi et suscita eo virtute, pro gloria Sanctae Romanae Ecclesiae et pro auctoritate Imperatori Nostri commendo has terras, suisque successoribus, Domino Musciatto de Franzesis. |
MUSCIATTO: In ginocchio sotto questo altare penso alla mia lontana Francia, alla mia famiglia. Vorrei che mio Padre e mia Madre fossero qui, vorrei non sentirmi così solo. Le fiammelle dei candelabri nella penombra della pieve, originano ombre argentate che si muovono intorno a me. Non scorgo i loro volti, intravedo solo figure strette in un abbraccio che si disperdono nel fumo della mente. E mi sento sempre più solo.
STORIA: Quel periodo, cominciato con grandi fasti, avrebbe condotto ad anni di tremenda follia. Nei tempi che seguirono una lugubre ombra abbracciò il castello di Carmignano. Nella disperazione del suo popolo, nelle lor lacrime Musciatto cercava quella salvezza tanto desiderata. Rinchiuso in una delle torri. il perfido signore osservava silenziosamente il compiersi dei suoi malvagi misfatti.
MUSCIATTO: Chi non sarà fedele al mio volere, verrà torturato nelle segrete ed arso vivo sulle fiamme del rogo sacro. Col sangue raggiugerò la gloria!
STORIA: Quel periodo, cominciato con grandi fasti, avrebbe condotto ad anni di tremenda follia. Nei tempi che seguirono una lugubre ombra abbracciò il castello di Carmignano. Nella disperazione del suo popolo, nelle lor lacrime Musciatto cercava quella salvezza tanto desiderata. Rinchiuso in una delle torri. il perfido signore osservava silenziosamente il compiersi dei suoi malvagi misfatti.
MUSCIATTO: Chi non sarà fedele al mio volere, verrà torturato nelle segrete ed arso vivo sulle fiamme del rogo sacro. Col sangue raggiugerò la gloria!
STORIA: l'incubo di una nuova sofferenza, più angosciante di qualsiasi altro evento che si potesse immaginare, si scatenò contro il popolo carmignanese. Un'inquietante sagoma nera, incatenata a pesanti catene, apparve urlante nel castello. Spiriti maligni e invisibili trascinarono su questa terra discordia, malvegità e distruzione. Nessuna azione fu tanto prossima a quella del Demonio e Musciatto divenne per tutti, il malvagio cavaliere.
MUSCIATTO: Inneggerò il mio canto alla potente signora della morte. Che icontrastata, guardiana di questo contado, tesserà, giorno dopo giorno, notte dopo notte, una lunga ragnatela, nelle cui trame sature di dolore ne resteranno tutti imprigionati! |
STORIA: Centinaia di uomini furono condotti al patibolo, torturati e condannati come traditori, assassini ed eretici. Le donne furono accusate di essere streghe, di aver fatti stretti patti col malefico, di aver operato incantesimi e sortilegi durante i loro sabba notturni. Ricordo il dolore che provavo nell'assistere a così tanta ingiustizia, un dolore che perdurò per cinque lunghissimi ed interminabili anni.
STORIA: Il destino degli uomini poi, un giorno improvvisamente mutò. Un segreto nascosto da secoli fu svelato sul poggio del vecchio castagno, oltre il colle che guardava ad oriente.
Vi dimorava un grande maestro, Petruccio da Fabiano, scudiero di Musciatto. Egli sapeva disegnare i moti del cielo e interpretava il sorgere degli astri. Il tempo che Petruccio cercava tutti i giorni di anticipare sedeva là, oltre l'orizzonte delle verdi colline che occultavano la vista di certe verità. Lassù svettava un enorme osservatorio all'interno del quale c'era un astrolabio, figura circolare maestosa, rappresentante la volta celeste, con la Terra al centro, circondata dai colori pianeti dell'universo. Con strani strumenti ed enormi carte, Petruccio osservava la Luna ed il Sole ta tante piccole sfere che in sé, racchiudevano il destino degli uomini. |
PETRUCCIO: La Luna, mostra sempre i suoi diversi aspetti e nel suo lento vagare nasconde le fonti di conoscenza del futuro. Bisogna stare accorti e captare ogni piccolo segnale, ogni minimo movimento, che può avvenire oltre le stelle.
STORIA: Fu proprio in una limpida notte del settembre del 1306 che il fido scudiero, signore degli astri, lesse nei suoi calcoli un'oscura profezia.
PETRUCCIO: L'ultimo quarto di luna... La Stella Maggiore... Scorgo un bagliore. E' un messaggio, un monito! TROVERAI LA MORTE DIFRONTE A MURA DI FERRO PER MANO DI UNA CITTA' DAL NOME DI UN FIORE …no, il mio signore no!
STORIA: Fu proprio in una limpida notte del settembre del 1306 che il fido scudiero, signore degli astri, lesse nei suoi calcoli un'oscura profezia.
PETRUCCIO: L'ultimo quarto di luna... La Stella Maggiore... Scorgo un bagliore. E' un messaggio, un monito! TROVERAI LA MORTE DIFRONTE A MURA DI FERRO PER MANO DI UNA CITTA' DAL NOME DI UN FIORE …no, il mio signore no!
STORIA: Petruccio intuì subito il pericolo. Il futuro di Musciatto nascondeva la morte di fronte ad un esercito nemico proprio sotto quelle salde mura di ferro che avevano protetto il suo potere. La sua fine sarebbe arrivata da non molto lontano, dalla città che aveva un nome di un fiore, la città gigliata, Florentia, Firenze.
MUSCIATTO: Dentro di me il sangue gela, avverto grida dall'aldilà che mi chiamano. Corpi straziati che cadono al suolo, affiorano davanti ai miei occhi. Rivedo scorrere questi cinque anni. No, non abbandonerò questa terra, non devo, non voglio. |
STORIA: Così, nella leggera brezza di settembre, Musciatto andò incontro al suo destino. Dai suoi occhi, mentre guardava per l'ultima volta lo stemma del suo potere che sventolante sull'alta torre, cadde una lacrime. Dal profondo dell'anima capì di aver commesso l'errore più grande della sua vita. Dentro al castello si avvertì un angosciante silenzio, le sentinelle, dai bastioni delle mura, avvistarono la lenta marcia dell'esercito gigliato verso Carmignano.
La profezia si era compiuta.
STORIA: e fu ancora un'altra guerra per gli abitanti del contado di Carmignano, già stremati da cinque anni di tirannia. Ancora fiamme, dolore, morte. Il giglio rosso di Firenze invadeva sempre di più i folti boschi adagiati lungo le pendici del montalbano. Con i miei occhi pieni di lacrime assistei impotente ad un'altra battaglia, ad un'altra sofferenza. Firenze tornò più forte di prima, pronta a tutto per riprendersi questo contado. A Musciatto rimasero poche speranze di vita. Ferito da un colpo di spada, tra gli spasimi del dolore, cadde a terra sanguinante. Intorno alle sue membra, come un vortice sempre più veloce, si materializzò la morte che avvolgendolo tra le sue braccia lo condusse a sé.
MUSCIATTO: pagherò la mia pena, perché solo così, un giorno, quando il mio sigillo sventolerà su questa terra, tutti guarderanno a quel leone rampante pensando al mio coraggio.
MUSCIATTO: la mia anima vola sempre più in alto, fra le nubi del cielo, oltre l'orizzonte magico della vita. Ad ogni sussulto, ad ogni palpito, avverto qualcosa di nuovo. Volo tra mille pensieri, accarezzando l'alito del vento, sento di non essere più solo e chinando il capo vi chiedo perdono.
La profezia si era compiuta.
STORIA: e fu ancora un'altra guerra per gli abitanti del contado di Carmignano, già stremati da cinque anni di tirannia. Ancora fiamme, dolore, morte. Il giglio rosso di Firenze invadeva sempre di più i folti boschi adagiati lungo le pendici del montalbano. Con i miei occhi pieni di lacrime assistei impotente ad un'altra battaglia, ad un'altra sofferenza. Firenze tornò più forte di prima, pronta a tutto per riprendersi questo contado. A Musciatto rimasero poche speranze di vita. Ferito da un colpo di spada, tra gli spasimi del dolore, cadde a terra sanguinante. Intorno alle sue membra, come un vortice sempre più veloce, si materializzò la morte che avvolgendolo tra le sue braccia lo condusse a sé.
MUSCIATTO: pagherò la mia pena, perché solo così, un giorno, quando il mio sigillo sventolerà su questa terra, tutti guarderanno a quel leone rampante pensando al mio coraggio.
MUSCIATTO: la mia anima vola sempre più in alto, fra le nubi del cielo, oltre l'orizzonte magico della vita. Ad ogni sussulto, ad ogni palpito, avverto qualcosa di nuovo. Volo tra mille pensieri, accarezzando l'alito del vento, sento di non essere più solo e chinando il capo vi chiedo perdono.
STORIA: questo è l'incredibile racconto che stasera ho voluto raccontarvi, un racconto di cui sono complice e partecipe e di cui porto indelebili segni sulla mia pelle. Un manto nero cinge oggi il mio corpo a perenne ricordo di quel tempo. Se di Musciatto nessuna tradizione rimane nelle vostre menti, il comune porta ancora il suo stemma, segno della sua transitoria dominazione. Il leone d'oro rampante in campo azzurro, simbolo di quella forza e di quel coraggio a cui tutti voi, ogni giorno, volgete il vostro sguardo. All'eterna memoria di Carmignano e della sua gente consegno il suo fugace spirito, memore di quella battaglia che gli tolse la vita. Il suo ricordo resterà indelebile in questa terra, tra le rovine del vecchio castello che si staglia nell'azzurro del cielo. Lassù, protetta dal respiro del vento, illuminata dalla luce del sole, tra i rami degli alberi
tra quelle Mura di Ferro... Un'Anima Vola. |
Un ringraziamento particolare va a tutti quelli che hanno dato il proprio contributo alla realizzazione della sfilata